"Non sei fregato veramente finché hai da parte una buona storia,
e qualcuno a cui raccontarla"
Alessandro Baricco, Novecento
Bentornati, ammazzacaffè!
Dopo un anno di silenzio e di cambiamenti torno a soffiare sulle polveri del blog.
Sempre fedele all'idea che occorre parlare solo quando si ha qualcosa da dire,
eccomi con un bel post carico, a cui tengo molto.
Capita, lavorando col Fumetto, di raccontare le cose più disparate.
E per questo negli ultimi anni ho disegnato storie di bambini volanti, di eroici soldati, dell'anarchico Vanzetti, di bombe sugli aerei.
Non mi ero mai imbattuto in una proposta come quella che mi ha fatto il Comune di Castello d'Argile, paese in cui ho abitato trent'anni e in cui tornerò presto ad abitare.
La proposta è appunto raccontare a fumetti la storia dell'edificio che ospita sia la Biblioteca comunale che il teatro Comunale di Castello d'Argile. L'edificio si chiama Casa del Popolo.
Fu ribattezzato così qualche anno fa in ricordo del suo primo nome, della sua prima vocazione.
Nacque infatti nel 1907 con la funzione di casa del Popolo, voluto dai cittadini di Argile che desideravano un luogo di ritrovo, di discussione, di svago e divertimento.
Compie quest'anno 110 anni e per l'occasione verrà prodotto un volume dedicato alla Casa del Popolo stessa.
E al suo interno, il mio fumetto.
Nei componimenti di italiano lei mi assegnava sempre un tre, perché copiavo.
Ma una volta mi ha dato un cinque: perché?».
«Perché aveva copiato da un autore più intelligente».
Leonardo Sciascia, Una storia semplice
Così comincio a raccogliere materiale fotografico e scritto. Prevalentemente basandomi sulla ricerca che dieci anni fa fece Magda Barbieri, che definirei una storica davvero incredibile.
Sotto la supervisione di Elena di Gioia, in veste di editor, comincio a lavorare su soggetto e storyboard.
Le pagine su cui lavorare sono trenta.
Gli anni di Storia dell'edificio sono centodieci.
Indubbiamente, una bella sfida.
E inizio a lavorare nell'estate più calda di sempre, in un bellissimo rapporto d'amore con il Borotalco e il ventilatore. Cercando di non diventare tutt'uno con il foglio da disegno.
Il metodo di lavoro è rimasto quello mio solito.
Parto da un soggetto che diventa poi un minuscolo storyboard, che mi aiuta nel capire bene il ritmo della storia, e che personaggi e situazioni abbiano il giusto e proporzionato spazio.
Una volta raggiunto un livello di soddisfazione adeguato, disegno uno storyboard in formato A5, questo per rendere accessibile a chiunque le mie intenzioni.
Che altrimenti i miei minuscoli scarabocchi resterebbero comprensibili soltanto a me stesso.
Passo poi a disegnare su carta a quadretti (molto utile nella realizzazione di prospettive e palazzi o edifici in genere) a matita.
Variando da matite normali B e 2B arrivando a matite a mina 2H e HB.
Questa volta, per la prima volta dopo 13 anni, non ho disegnato in Atelier. È ora vuoto, sono rimaste solo le scritte sui muri. Diventerà ben presto parte di una bellissima casa. E tornerà più splendente di prima!
Dopo aver terminato le matite, le ricalco su carta buona, in questo caso Fabriano F4 ruvido.
E lo faccio con una scatola luminosa costruita anni e anni fa da mio padre con una cassetta da frutta.
Ci tengo moltissimo, anche se la lampadina a incandescenza all'interno andrebbe cambiata, rischio la cottura del dorso delle mani.
Una volta ricalcate, passo alla china. Negli anni ho scoperto che la Pebeo nera è quella che si adatta meglio alla mia mano, specie se voglio ottenere un determinato tipo di segno.
Passo poi alla scansione e alla post produzione con Photoshop e Indesign per i testi.
"Se alzi un muro, pensa a ciò che lasci fuori!"
Italo Calvino, il barone rampante
La storia è stata rielaborata e ripensata ai giorni nostri. Protagonisti tre ragazzini che fanno una scoperta.
E sulla falsa riga di Stand by me, dei Goonies e di Stranger Things vivono più di un'avventura.
Che li troverà, nel finale, un po' cambiati!
Inutile dire che tornare a disegnare un fumetto dopo quasi un anno di altri progetti più piccini mi ha ridato una felicità dentro che capisce solo chi resta a disegnare in casa da solo, solo con il suo lavoro.
C'è da dire che ho odiato un po' tutti voi e il vostro mare.
Non è vero, vi ho voluto bene lo stesso.
E tutta l'estate che avevo a disposizione l'ho messa dentro al lavoro, insieme a tutte le canzoni che ho ascoltato e gli audiolibri che ho scoperto.
Le citazioni che ho inserito sono infatti tratte da libri che ho ascoltato durante la fase di inchiostrazione, quella che permette più attenzione a un racconto, almeno per me.
E ho scoperto che si trovano su internet audiolibri stupendi, letti da autori e attori incredibili.
E che ovviamente, consiglio.
"Bisogna saper perdere. Il pesce che ci sfugge è sempre il più grosso.
Jules verne, Ventimila leghe sotto i mari
Il volume verrà presentato a metà ottobre a Castello d'Argile, nell'ambito del progetto "110 Casa del Popolo", con la direzione artistica di Elena di Gioia.
Il progetto comprenderà anche spettacoli e concerti. Nel mio piccolo, ci sarò anche io.
Seguiranno altre presentazioni.
Spero di trovarvi là.
A parlare del libro, a parlare dei libri che avete ascoltato.
A proposito, non vi ho detto il titolo.
Si chiamerà LA PIUMA E IL MATTONE.
Testo e disegni di Simone Cortesi.
Finalmente.