Bentrovati, amici de L'ammazzacaffè!
Come va? Siete già sciolti in un brodo di carne umana o vi siete rifugiati nei freschi lidi ferraresi?
Io l'estate la passerò nel mio studiolo, l'ormai celeberrimo Atelier Cortesi a continuare il mio lavoro di tesi (che andrà ad ottobre ma ahimè, un bellissimo lavoro che sotto or vi vado a raccontare mi ha impedito di prepararla per luglio come volevo. Mamma perdonami.).
Quindi poca ironia, riparate i vostri I-pad dagli schizzi marini o dalle turiste tedesche e godetevi 'sto post.
LA NOTIZIA E' QUESTA QUI!!!
Che belloooooooo amici miei! Quanto son stato furbo e scaltro nel celarvi questa notiziona?!
Dunque.
Calma.
Faccio finta di saper gestir le emozioni.
Funziona così.
Almeno, ha funzionato così.
Era novembre del 2011 e ricorreva la celebrazione della Giornata contro la violenza sulle donne. Gli amici dell'associazione Flux di pieve di Cento decidono di invitare me e altri amici disegnatori ad una mostra dedicata appunto a questo tema. Nel parlai proprio in un post qualche mese fa.
Alla mostra, a presentare il proprio lavoro editoriale, era invitato pure Guido Ostanel, di BeccoGiallo
Durante la seratina, tra un salatino ed un prosecchino, scambiamo qualche chiacchierina.
"Mandami il portfolio via mail, tranquillo."
Bene, il primo passo è fatto.
Il corso Rottura degli indugi e non solo quelli ha dato i suoi frutti, pensai.
Invio la mail e attendo.
Dopo qualche tempo la risposta.
"Avremmo una storia adatta al tuo segno. La sceneggiatura è praticamente pronta. Che fai, ci stai?"
Mi trovavo ad Amburgo, e solamente una persona sa come mi sentivo in quel momento.
Cazzo, il mio primo lavoro!
BAM!
Rispondi che sì, chiaro, sto preparando qualche esame ma 'sticazzi, non dormo di notte se serve.
E invio la risposta, cercando di non far trapelare l'emozione da excited ragazzino.
Ora, conoscendo piuttosto bene il progetto e il lavoro editoriale di BeccoGiallo mi ero già preparato all'idea di una storia comunque 'importante' e impegnativa.
Mail di risposta.
"La storia è su Enrico Mattei, ad ottobre ricorre il cinquantesimo della sua morte."
Qui faccio un piccolo break e vi racconto una cosa.
Nel mio paesino, come in quasi tutti i paesini, c'è una zona industriale che si incontra entrando in paese (o uscendone, se siete atterrati in paracadute).
A dire il vero ce ne sono due. Ma andiamo avanti.
Una di queste è adagiata su via Enrico Mattei.
Fin da quando ero bambino, capita che qualche camionista, a bordo del suo mega camione, destinato a qualche fabbrica o azienda, si fermi a chiedere indicazioni.
"Scusa, via Enrico Mattei?"
E allora la formulina è sempre quella, non è difficile.
Dal basso delle mie biciclette intonavo (e intono) la mia industrial litania.
"Guarda, arrivi in fondo alla strada ed entri in provinciale. In fondo alla provinciale, a sinistra."
Ecco, questo era l'unico motivo che mi legava a Enrico Mattei, prima di quell'invernale mail che mi colse nel freddo di dicembre nell'anseatica città di Amburgo.
Ma torniamo al racconto.
Neanche il tempo di eccitarmi che avevo già aperto Wikipedia, sulla pagina di Enrico Mattei.
Dài, che tanto lo fate anche voi mentre vi chattate con le monelle quando vi parlano di qualche gruppo indie che non conoscete..!
O lo faccio solo io?
"Eh, si. Spaccano, loro."
Torniamo a noi.
Devo confessare la mia ignoranza. Credo però che, a parte un mio disinteresse forse per un certo tipo di cose, nessuno mi abbia mai acceso la scintilla su argomenti del primo dopoguerra. Sarà che a scuola si arriva a Hiroshima, sarà che argomenti 'caldi' del genere si tende a nasconderli.
Io non lo so.
So che dopo tutti i libri su Enrico Mattei che mi sono letto, qualche cosa l'ho imparata!
Continua lo scambio di mail con Guido che mi presenta chi sarà il mio partner di viaggio e mi chiede qualche disegno di prova.
Lo scrittore della storia si chiama Francesco Niccolini.
Drammaturgo e sceneggiatore, scrive, tra le altre cose, numerosi testi teatrali.
E scopro che ha passato anni dei suoi studi sull'argomento Mattei, e che ha un sacco di cose da dire a tal proposito.
Ci scambiamo qualche mail e ci accordiamo per un incontro, in modo da poter mostrar lui i primi disegni.
Stazione Santa Maria Novella di Firenze.
Dentro al baretto.
Erano i primi di gennaio.
Mi ricordo una luce gialla gialla.
Il resto della storia, ve lo racconto nel prossimo post.
Vi lascio a qualche parola sua, così cominciate a farvi un'idea pure voi!
E qualche schizzo iniziale, un abbraccio!
La prossima volta vi posto qualche tavoletta, lo prometto!!!!
Io torno a cercare quel favoloso gruppo indie su Wikipedia.
BUONE VACANZE!
se ti faccio i complimenti mi credi una stalker?
RispondiEliminabeh correrò il rischio...complimenti!
appena ne avrò occasione correrò ad apprezzare l'opera:)
a presto
ciao
ehi, ciao Monica!
RispondiEliminama certo che lo credo!!!
grazie mille, sei sempre buona con me! ho provato a commentare pur io nel tuo blog qualche giorno fa ma ho avuto problemi, ma magari sono io che ce li ho!
grazie mille ancora!
e continua così!
a presto!
ahahha!
RispondiEliminano, non sono buona. sono solo una buongustaia...stalker!
ah mannaggia ai problemi cibernetici!...qualunque commento fosse grazie!
continua anche tu così, che altrimenti non so chi andare a infastidire:)
vediamo di accontentarti con la seconda parte del post...immagini catturate di nascosto nell' atelier!
Eliminaaccontentatissima! i retroscena sono le cose che preferisco.
EliminaGood readinng your post
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